Mangiare in compagnia: quali sono i benefici?

Quando mangiamo in compagnia siamo più felici e più produttivi. Tra le molte ragioni per evitare di trascorrere la pausa pranzo davanti al pc, dunque, dobbiamo aggiungere anche quella psicologica: alcuni studi, infatti, dopo aver dimostrato che pranzare davanti al computer può avere conseguenze sulla salute, hanno fatto emergere come condividere il pasto ci renda molto più felici. Ecco perché sempre più aziende puntano sul Social Eating, incoraggiando i dipendenti a trascorrere insieme la pausa pranzo, chiacchierando e condividendo questo momento della giornata lavorativa, riconoscendone l’importanza per il benessere a 360 gradi.

MANGIARE INSIEME FA BENE: CI RENDE PIÙ FELICI E PIÙ SANI

È un sondaggio di Oxford Economics a rilevate come mangiare in solitudine con continuità possa renderci tristi. Su un campione di 8.250 cittadini britannici, infatti, i ricercatori hanno osservato che le persone che sono abituate a trascorrere i pasti da sole hanno un rating di felicità di 7,9 punti inferiore rispetto alla media nazionale. Al contrario, chi è abituato a condividere questo momento è, complessivamente, più felice, ma anche più soddisfatto della propria vita.

Ciò perché condividere il pasto ha un valore su più piani. Dal punto di vista nutrizionale, per esempio, rappresenta uno stimolo a preparare piatti più bilanciati e completi piuttosto che accontentarsi di un semplice panino o piatto pronto al volo. Uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Obesity Research & Clinical Practice, ha evidenziato come chi mangia da solo ha la tendenza ad aumentare maggiormente di peso, con tutti i rischi per la salute che sovrappeso e obesità comportano.

Aziende e ricercatori si sono domandati se, quindi, puntare su una pausa pranzo condivisa tra i lavoratori possa fare la differenza. I primi studi in merito sembrano dar loro ragione. Vediamo perché.

LA BUONA PAUSA PRANZO AL LAVORO È IN COMPAGNIA

I ricercatori della Cornell University di Ithaca, New York hanno condotto un’analisi seguendo, per 15 mesi, i vigili del fuoco di oltre 50 stazioni. L’obiettivo era comprendere quali fossero le relazioni tra la condivisione dei pasti e l’efficacia del lavoro di gruppo, per questo sono state comparate le performance dei gruppi abituati a trascorrere insieme la pausa pranzo e quelli che, invece, mangiano da soli. I risultati sono stati molto chiari: i gruppi che condividono il cibo sono stati molto più efficienti degli altri.

“Dal nostro studio – commenta Kevin Kniffin, professore di economia alla Charles H. Dyson Cornell University e autore dello studio –  è risultato che la condivisione dei pasti favorisce la tendenza alla collaborazione, promuovendo proprio per questo l’armonia del team. Mangiare insieme è un modo per conoscere meglio gli altri e rafforzare le relazioni tra i membri di un gruppo”. Per questo, i ricercatori suggeriscono che quanto emerso da questa ricerca possa essere applicato anche a tutti i contesti aziendali.

Dal punto di vista delle aziende, incoraggiare la condivisione dei pasti – ad esempio predisponendo aree apposite come mense o caffetterie – implicherebbe un beneficio anche dal punto di vista economico. I lavoratori che mangiano in compagnia sono più produttivi, lavorano meglio in team e contribuiscono ad una migliore performance aziendale.

Attorno al tavolo del pranzo, i colleghi imparano a conoscersi meglio, scambiarsi idee e opinioni, condividere preoccupazioni o proposte: tutte attività semplici e quotidiane che, giorno dopo giorno, aiutano a stare meglio insieme e anche a lavorare con maggiore efficacia. Il cibo ha, storicamente, un profondo valore sociale e funziona come un vero e proprio collante anche sul posto di lavoro.

La condivisione dei pasti è facilitata, naturalmente, quando sono presenti mense aziendali. 

Voi siete abituati a mangiare in compagnia o da soli?

 

Articolo di: “www.ilgiornaledelcibo.it”