Le abitudini alimentari che resteranno dopo la pandemia.

Se ne parla al Festival del Giornalismo Alimentare

Alla tre giorni torinese dedicata alla comunicazione enogastronomica, tra i vari dibattiti è stata presentata una ricerca di AltroConsumo sui comportamenti di acquisto scaturiti o rafforzati dal Covid-19

Il Festival del Giornalismo Alimentare che si svolge ogni anno a Torino, è l’unico evento mondiale a occuparsi del rapporto fra cibo e informazione. Si chiama “Alimentare” e non “Gastronomico” in quanto quest’ultimo aggettivo implica solo un aspetto del cibo ossia quello puramente afferente al gusto, così come si presenta sulla nostra lingua.
Invece il gusto è solo la punta di un iceberg complesso, che comprende anche un substrato di cultura, abitudini e quotidianità.

Le nuove abitudini alimentari che rimaranno dopo la pandemia

Delle nuove abitudini alimentari che rimaranno dopo la pandemia, si è parlato lunedì 27 settembre 2021 in un incontro con il direttore di AltroConsumo, Alessandro Sessa. La nota associazione di consumatori, che all’anno scorso contava 350mila soci, ha presentato al Festival del Giornalismo Alimentare una ricerca circa le nuove abitudini alimentari che abbiamo appreso durante la pandemia e che rimarranno anche nella nuova normalità.

L’indagine, condotta su residenti in Italia fra il 9 e il 15 settembre 2021, ha preso in considerazione un campione il più possibile rappresentativo della popolazione fra i 25 e i 79 anni, la maggior parte con un livello medio di istruzione.

Un dato molto interressate che è emerso dalla ricerca, riguarda il fatto che è cresciuto l’e-commerce (il 14% dichiara di comprare più cibo online) ma nello stesso tempo si è instaurata una maggiore fidelizzazione ai negozi di vicinato che sono frequentati assiduamente dal 19% del campione.

In generale si cucina di più a casa (non tutti hanno abbandonato il loro lievito madre) e si sta più attenti agli sprechi. Questo perché si fa la spesa con più cura e consapevolezza, magari preparando in anticipo la lista della spesa e pianificando i pasti prima di andar a far compere.

Attenzione al prezzo, alla salubrità del cibo e alla sostenibilità

Mentre il 17% presta più attenzione al prezzo, il 19% cerca la salubrità dell’alimento e un benaugurante 30% pensa alla sostenibilità oppure alla produzione a chilometro zero. Questo perché è limitante ridurre gli sprechi solo nel momento del consumo dei pasti (che comunque è un’attenzione importante), dal momento che è la stessa filiera non sostenibile a sprecare il cibo.

Solo il 2% del campione dichiara che le proprie abitudini alimentari sono peggiorate nel corso della pandemia, il 20% dice esplicitamente che sono migliorate, il resto non sa rispondere. Quindi le intenzioni sono buone. Più della metà del campione, infatti, dichiara di essere disposto anche a spendere di più per una spesa etica per l’ambiente. Naturalmente questo non è abbastanza e non è affatto facile, spesso rimane solo intenzionale. Anche comprare un pomodoro può avere conseguenze su un piano morale, se è raccolto da un lavoratore schiavizzato.

Il consumo di prodotti freschi ha subito una flessione importante, mentre il 32% degli intervistati dice di comprare meno bevande alcoliche. Quindi, l’immagine che ci siamo fatti di persone che – provate dal lockdown – si rifugiano nell’alcol forse non corrisponde totalmente alla realtà. Sembrerebbe più accreditata quella della gente che si prepara il pane in casa, dal momento che il prezzo della farina è lievitato del 27% in più rispetto a inizio 2020.

Una ricerca che, nel complesso, ci consegna un’immagine più ottimistica dell’italiano medio. Il Festival, in questa edizione, è ricco di spunti e anche di richieste al futuro sindaco di Torino, che verrà eletto a breve e si ritroverà investito di una responsabilità anche maggiore rispetto ai suoi predecessori.

Per maggiori informazioni, oppure per seguire il Festival in streaming: www.festivalgiornalismoalimentare.it

 

Articolo di: “www.gazzettadelgusto.it”