DL LIQUIDITÀ: come la pensano i ristoratori?

L’iter per ottenere il prestito, secondo il Dl Liquidità, non è così semplice come doveva essere. Tempi lunghi e documenti da presentare sono i primi malumori delle imprese. Fipe – Federazione Pubblici Esercizi – ha indagato nel settore per capire cosa dicono le imprese della ristorazione.

Il monitoraggio è stato svolto su un campione di 780 imprese del mondo della ristorazione e del tempo libero, ripartito come segue 69,5% Ristorante/Pizzeria/Pub, 28,5% Bar e 2,1% Discoteca.

Il 95,5% del campione conferma di essere a conoscenza del Decreto Legge Liquidità, ma il 39,3% sostiene che presenterà la domanda quando la situazione sarà più chiara. Seguito da un 35,4% che ha già presentato la domanda di finanziamento. Il 13,1%, invece, ha iniziato l’iter ma ha avuto difficoltà con la banca, mentre il 12,2% sostiene che, per il momento, non ne ha bisogno.

Fa discutere l’iter per la richiesta di finanziamento che doveva essere semplice e immediato soprattutto per i prestiti fino a 25mila euro. Secondo il campione coinvolto da Fipe, il 44,1% trova “poco” e “per nulla” facile presentare la domanda. Tra i richiedenti, il prestito è stato ottenuto dal 1,5% dei rispondenti all’indagine Fipe, mentre il 98, 6% sta attendendo con attese che vanno oltre le 4 settimane (36,3%), 3.4 settimane (27,4%) e 1-2 settimane (36,3%).

Le tempistiche

Il 53,9% del campione conferma la molta documentazione richiesta dalla banca e, alla domanda: “Le hanno detto che avrebbe dovuto utilizzare il prestito per coprire eventuali debiti con la banca?” Il 17,3% conferma, mentre il 15,7% dichiara di non avere debiti.

La burocrazia

Secondo l’indagine svolta dal centro studi Fipe: “le imprese ritengono il DL liquidità solo un’altra forma di indebitamento, dato che il prestito non è a tasso zero, e non è a fondo perduto. La procedura per usufruirne è troppo complessa e non risolve il lungo periodo di chiusura. Infine non è in grado di risolvere le necessità delle aziende di ristorazione, soprattutto quelle che lavorano esclusivamente con il turismo o che hanno aperto da pochi mesi”.

 

Articolo di: “www.ristorazioneitalianamagazine.it”