Arriva l’olio di semi di mela, un sistema di estrazione sviluppato da ricercatori italiani.

Il residuo della lavorazione della mela per usi alimentari è di circa il 20%. Nelle province di Bolzano e Trento si concentra il 75% della produzione nazionale, con l’Italia sesto produttore mondiale di mele. Non deve allora stupire che i ricercatori del Food Technology Lab al NOI Techpark di Bolzano hanno sperimentato un nuovo metodo per valorizzare i semi. Grazie all’estrazione con la CO₂ supercritica, senza l’uso di solventi chimici, hanno ricavato un olio aromatico che può essere sfruttato sia nell’industria alimentare che in quella della bellezza.

In particolare, la ricercatrice Giovanna Ferrentino, esperta di tecnologie di estrazione con fluidi supercritici, ha recentemente pubblicato la sua ricerca (1) sulla rivista scientifica Innovative Food Science and Emerging Technologies in cui vengono descritti i risultati degli esperimenti di estrazione di olio dai semi di mela al posto del tradizionale processo tramite solventi organici.

È già possibile comprare olio estratto dai semi di mela, che viene usato per usi cosmetici – spiega Giovanna Ferrentino, ricercatrice e docente di Operazioni unitarie alla Facoltà di Scienze e tecnologie della Libera Università di Bolzano – ciò che differenzia la nostra ricerca è l’utilizzo di una tecnologia pulita che non utilizza solventi”. L’estrazione con anidride carbonica supercritica comporta un ulteriore vantaggio, in quanto l’olio ottenuto è di qualità più elevata: vi è completamente assente l’amigdalina, un composto tossico a base di cianuro, presente in basse quantità nell’olio estratto con solventi. Una volta raccolto dall’estrattore, l’olio di semi di mele è un prodotto finito, dal profumo di mandorla, che può essere usato come additivo nelle lavorazioni alimentari ma non solo. Inoltre, l’olio ha evidenti caratteristiche nutraceutiche in quanto contiene in abbondanza antiossidanti come tocoferoli.

Come avviene il procedimento che dà origine all’olio? I semi di mela vengono dapprima essiccati a 40°C fino a 12 ore e poi macinati. Quindi, la polvere viene inserita nel cilindro dell’estrattore da cui, dopo circa trenta minuti, si ricava l’olio. La resa è di circa il 21%: da 400 grammi di semi si possono ricavare circa 80 grammi di olio.

 

Articolo di: “ilfattoalimentare.it”