Agricoltura sociale e sostenibile, in Emilia-Romagna una legge che vuole diventare modello

L’Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia a sostenere l’agricoltura sociale. Lo fa grazie al recente via libera da parte dell’Assemblea legislativa di una legge regionale dal titolo ‘Norme in materia di agricoltura sociale’. L’obiettivo è riconoscere e incentivare tutte quelle attività realizzate dalle aziende agricole che hanno un impatto sul territorio come, ad esempio, la formazione, l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà, le collaborazioni con le strutture socio-sanitarie e per l’infanzia.

L’approvazione di questo provvedimento assume ancora maggior valore in questa fase di ripresa dopo la crisi determinata dalla pandemia. I promotori sottolineano come il supporto alle fattorie sociali e alle iniziative affini possa tradursi in una ripresa più solida e inclusiva.

AGRICOLTURA SOCIALE, UNA RISORSA COLLETTIVA

L’agricoltura sociale riassume una visione del settore come profondamente legato all’ambiente circostante e pone l’accento sull’impatto che ha sul territorio e sulle relazioni con gli altri attori della società. Questa idea è particolarmente importante in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale della filiera agroalimentare che è sempre più consapevole di essere connessa al mondo urbano.

Secondo i risultati del Rapporto Agricoltura100 realizzato da Reale Mutua e Confagricoltura su un campione di oltre 2.000 imprese, le aziende agricole oggi ritengono molto più importanti, rispetto a prima della pandemia, i temi ambientali, sociali e la gestione del rischio e delle relazioni di filiera. Il 64% degli intervistati ha dichiarato di aver investito sulla valorizzazione del capitale umano negli ultimi due anni.

In Italia, da Nord a Sud, sono molte le realtà che già presentano best practice in questo ambito. Lucio Cavazzoni, presidente e fondatore di Good Land, presentandovi in un’intervista il suo progetto ha evidenziato proprio la presenza di numerosi esempi virtuosi di imprese, aziende e associazioni che hanno compreso come l’agricoltura possa farsi portatrice di valori sociali. Inclusione, sostenibilità, accessibilità sono solo alcune delle declinazioni dell’agricoltura sociale, che raggiunge anche territori complessi come la Piana di Gioia Tauro in Calabria o anche la Campania, dove esiste da oltre 15 anni la fattoria sociale Fuori di zucca.

APPROVATA LA LEGGE SULL’AGRICOLTURA SOCIALE: IN EMILIA-ROMAGNA ORA È PIÙ ACCESSIBILE

La legge della Regione Emilia-Romagna, dunque, secondo promotori e associazioni di categoria ha il valore di dare riconoscimento formale a queste attività nate spontaneamente.

L’Emilia-Romagna ha stanziato oltre 1,37 milioni di euro per sostenere interventi formativi, azioni di informazione, animazione e comunicazione, e l’adeguamento e allestimento di fattorie sociali. Inoltre, verrà istituito un elenco delle fattorie sociali della Regione, pubblicato sul sito istituzionale e riconoscibile grazie a un logo che potrà essere utilizzato dalle aziende incluse. La finalità è permettere alle realtà agricole di aprirsi diventando luogo di inclusione, ma allo stesso tempo è una strategia per implementare il reddito per le imprese e un incentivo in più a rendere il lavoro un’opportunità per le persone più fragili.

“La fattoria sociale” ha dichiarato Alessio Mammi, Assessore Regionale all’Agricoltura “diventa centro di servizi dove la coltivazione dell’orto, la cura degli animali, il ciclo biologico e naturale offrono stimoli nuovi per interventi di socializzazione, di formazione, di supporto all’educazione. L’agricoltura sociale costituisce, quindi, un approccio innovativo fondato sull’abbinamento di due concetti distinti: l’agricoltura multifunzionale e i servizi sociali/terapeutico-assistenziali a livello locale. Il tutto in un più stretto e virtuoso rapporto con il territorio mettendo in rete imprese agricole, utenti fragili, enti pubblici, cooperative sociali e consumatori responsabili.”

UN MODELLO PER LE FATTORIE SOCIALI DI TUTTA ITALIA?

L’intervento della Regione Emilia-Romagna è stato accolto con favore dalle associazioni di categoria a partire dalla Coldiretti. Il presidente della sezione E-R Nicola Bertinelli ha osservato che, così, “le aziende diventeranno ancora di più sinonimo di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile”, e ha ringraziato l’amministrazione regionale per aver presentato un “disegno di legge che conferma come l’agricoltura possa ulteriormente evolversi esprimendo il suo ruolo sociale attraverso nuovi modelli di welfare, innovativi e sostenibili”.

Dello stesso avviso anche Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei, che auspica un allargamento del riconoscimento delle fattorie sociali in tutta Italia e non soltanto. Il Presidente nazionale, Andrea Michele Tiso, ha commentato così l’approvazione della legge emiliano-romagnola: “L’agricoltura sociale può offrire molte risposte alla crisi attuale, che non richiede soltanto nuovi stimoli economici ma anche opportunità per i più deboli, maggiore inclusione e sviluppo sostenibile. L’approvazione della legge sull’agricoltura sociale in Emilia-Romagna è un segnale positivo, perché richiama l’attenzione sulle molte potenzialità ancora inesplorate che l’attività agricola può offrire alla società nel suo complesso. L’agricoltura sociale ha il pregio di coniugare sviluppo economico, inclusione lavorativa di soggetti svantaggiati e sostenibilità ambientale. Si tratta insomma di una soluzione che non presenta controindicazioni da qualunque punto di vista la si consideri.”

Richiama, infine, la legge nazionale 141 del 2015 che definisce le disposizioni valide in tutta Italia a proposito dell’agricoltura sociale e la carenza di informazioni tra gli agricoltori su come avviare iniziative di questo tipo. Azioni come quelle promosse dalla Regione Emilia-Romagna, continua Confeuro, si auspica possano essere seguite da altre Regioni, favorendo così lo sviluppo di iniziative inclusive e sostenibili ovunque.

 

Articolo di: “www.ilgiornaledelcibo.it”