Surgelati e fake news: quali sono i falsi miti sui prodotti da freezer?

surgelati sono una comodità irrinunciabile per gran parte dei consumatori, che li apprezzano soprattutto per la loro praticità. Anche su questi prodotti, però, pesano dubbi e incertezze riguardo alle modalità di produzione e utilizzo, come sulla stessa salubrità, spesso privi di reale fondamento. Ma cosa è bene sapere su questi prodotti? Dopo aver approfondito il tema delle falsità sul pesce allevato, questa volta ci occuperemo di surgelati e fake news, considerando le informazioni diffuse dall’Istituto italiano degli alimenti surgelati (IIAS), un sondaggio commissionato dallo stesso ente e le ricerche sul tema.

SURGELATI: COME HANNO CAMBIATO IL MODO DI MANGIARE

Nell’evoluzione storica dei consumi alimentari, la refrigerazione artificiale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione che ha cambiato le modalità di fruizione dei cibi. La surgelazione, in particolare, risale agli anni Venti del secolo scorso, quando l’americano Clarence Birdseye, studioso e naturalista, sviluppò il primo sistema di congelamento e distribuzione di cibi “surgelati”. Prima di allora nessuno aveva concepito sistemi di produzione e vendita analoghi, anche se la conservazione con il freddo aveva già una tradizione millenaria, praticata nell’antica Cina e poi in Europa in luoghi isolati termicamente, in genere interrati, e riempiti di ghiaccio.

Partendo da questa pratica consolidata, Birdseye – abituato a congelare il pesce appena pescato scavando buchi nel ghiaccio – comprese che effettuare questo trattamento immediatamente e su prodotti freschissimi aiutava a mantenere gusti e consistenza fino allo scongelamento.

Cibi surgelati

Deman/shutterstock.com

NASCE LA CATENA DEL FREDDO E L’INDUSTRIA DELLA SURGELAZIONE

Dopo diversi tentativi, Birdseye mise a punto il suo metodo a doppia cinghia, che utilizzava due nastri di acciaio refrigerati sui quali si muoveva il pesce, consentendo un congelamento rapido. Fondò così la General Seafood Corporation nel 1924, diventando un imprenditore di successo. Nel 1928 migliorò il progetto, e due anni dopo lanciò la prima linea di surgelati: prima i filetti di merluzzo e poi altri tipi di pesce e di carne, seguiti da verdure e frutta. In quegli anni si avviò la cosiddetta catena del freddo, un’infrastruttura indispensabile per il mantenimento e la commercializzazione dei prodotti, fatta di diversi punti di appoggio, fissi e mobili, come i camion e gli scaffali refrigerati nelle rivendite.

In anni molto più recenti, il sistema sarà poi sostenuto e disciplinato da una serie di regole e procedure, finalizzate a garantire la massima qualità dei prodotti, dalla produzione al trasporto fino alla vendita, alle quali produttori, trasportatori e distributori devono attenersi.

La diffusione dei surgelati aumentò progressivamente, e nei primi anni Cinquanta negli Stati Uniti gran parte dei negozi di alimentari aveva un reparto a essi dedicato. Birdseye consolidò la sua posizione di importante businessman e tuttora il marchio da lui fondato, la Birds Eye, è una grande realtà multinazionale di questo mercato.

In Italia i surgelati si fanno strada a partire dagli anni Sessanta, integrandosi gradualmente nelle abitudini alimentari tradizionali. Dagli anni Ottanta questi prodotti diventano parte della quotidianità e contribuiscono al cambiamento del modo di mangiare, rivelandosi ottimi alleati quando il tempo per cucinare e fare la spesa è poco.

Come è avvenuto per le fake news sul biologico, e in generale anche per gli alimentari di produzione esclusivamente industriale, sui surgelati tuttavia circolano dubbi e sospetti da smentire.

Articolo di “ilgiornaledelcibo.it”