dolci del mondo come baklava, tiramisu e sacher

Baklava, Sacher, Tiramisù: Il giro del mondo in un dolce

Immagina di assaggiare un boccone che racchiude mille culture: un filo di pasta sottilissima, uno strato di crema al mascarpone, una frolla al cioccolato, la fragranza delle noci, l’aroma del caffè e del miele. Sono tre dolci che da soli sarebbero già simboli fortissimi, ma messi insieme disegnano un percorso sorprendente: dal Medio Oriente all’Europa centrale fino all’Italia, passando per l’Impero Ottomano, la Mitteleuropa e la cucina moderna. Tre storie dolciarie che parlano di contaminazioni, di dispute su chi possa rivendicare l’origine e di un successo che ha trasformato queste ricette in patrimonio collettivo.

Baklava: un dolce antico e conteso

Il baklava è uno dei dolci più controversi della storia gastronomica. Turchi, greci, armeni, arabi e popoli balcanici lo rivendicano come proprio. In realtà le sue radici affondano nell’antichità: alcuni storici vedono un legame con il placenta cake romano e greco, altri lo collegano a tradizioni persiane e arabe. Di certo sappiamo che sotto l’Impero Ottomano il baklava si è diffuso e raffinato, diventando quello che conosciamo oggi: una stratificazione di pasta sottilissima, noci tritate e sciroppo al miele o zucchero.

Il “Gaziantep Baklavası” turco è addirittura protetto dall’Unione Europea come prodotto tipico, a conferma del valore culturale che il dolce ha assunto. Ma al di là delle etichette, il baklava è davvero universale perché ogni paese lo ha adattato con la propria frutta secca e i propri aromi: pistacchi a Gaziantep, noci in Grecia, mandorle altrove, con sciroppi profumati all’acqua di rose o alla cannella.

Prepararlo a casa significa armarsi di pazienza e delicatezza. Si parte da tanti fogli di pasta fillo spennellati con burro fuso, intervallati da strati di noci tritate e zucchero. Una volta composta la teglia, si incide la superficie in losanghe, si inforna fino a doratura e, ancora caldo, si ricopre con uno sciroppo a base di zucchero, acqua e miele. Dopo qualche ora di riposo, il baklava diventa un’esplosione di dolcezza croccante e profumata.

Sachertorte: la nobiltà del cioccolato viennese

Se il baklava è il simbolo del Mediterraneo e del Medio Oriente, la Sachertorte è l’icona di Vienna. La leggenda racconta che nel 1832 il giovane apprendista Franz Sacher dovette improvvisare un dessert per il principe Metternich, sostituendo il pasticcere ammalato. Nacque così questa torta al cioccolato con un cuore di marmellata di albicocche e una glassa lucida che ne è diventata la firma. Più tardi, il figlio Eduard perfezionò la ricetta e la portò all’Hotel Sacher, dando inizio a un successo senza confini.

Non mancarono neppure le polemiche: celebre la disputa legale con la pasticceria Demel per il diritto a chiamarla “Original Sacher-Torte”. Oggi entrambe le versioni hanno i loro estimatori, ma ciò che conta è che questo dolce è diventato un simbolo della capitale austriaca, tanto che una visita a Vienna non è completa senza una fetta accompagnata da panna montata non zuccherata.

La ricetta è apparentemente semplice ma richiede precisione: un impasto al cioccolato simile a un pan di Spagna, con uova montate e cioccolato fuso incorporato. Una volta cotto, si farcisce con marmellata di albicocche e si ricopre con una glassa al cioccolato fondente. Il contrasto tra la dolcezza della marmellata e l’intensità del cioccolato rende la Sachertorte unica, elegante, quasi aristocratica.

Tiramisù: l’italiano che ha conquistato il mondo

Più recente, ma non meno famoso, il tiramisù è ormai sinonimo di dolce italiano all’estero, insieme a gelato e panna cotta. Il nome significa letteralmente “tirami su”, con un riferimento ironico e affettuoso all’effetto energizzante del caffè e zuccherino del dessert.

Le origini certe risalgono agli anni ’60, nel ristorante Le Beccherie di Treviso, dove lo chef Roberto Linguanotto e la famiglia Campeol misero a punto la ricetta che conosciamo oggi. Prima non si trovano menzioni scritte di un dolce uguale: i racconti più pittoreschi che lo collegano a bordelli o a ricette popolari del passato restano affascinanti, ma senza prove concrete.

La forza del tiramisù sta nella sua semplicità: savoiardi inzuppati di caffè espresso, alternati a una crema di mascarpone, uova e zucchero, il tutto spolverato di cacao amaro. Bastano pochi ingredienti, ma di qualità, per creare un dolce che ha conquistato il mondo intero. In alcune varianti si aggiunge un goccio di liquore come Marsala o rum, ma la versione “classica” trevigiana ne fa a meno. Preparato in una pirofila da condividere o in piccole coppette monoporzione, resta il dessert conviviale per eccellenza.

Tre dolci, un solo viaggio

Mettere insieme baklava, Sacher e tiramisù significa percorrere un itinerario culturale fatto di differenze e somiglianze. Il baklava racconta di viaggi e commerci tra Oriente e Mediterraneo; la Sacher parla della Vienna ottocentesca, della sua eleganza e delle dispute legali attorno a un dolce diventato simbolo cittadino; il tiramisù rappresenta l’Italia moderna, capace di trasformare pochi ingredienti in un’icona globale.

Sono tre storie che dimostrano come il dolce non sia mai solo cibo: è identità, memoria, occasione di incontro. Nessuno può davvero rivendicare il baklava come esclusivo, perché la sua ricchezza sta proprio nelle varianti locali. La Sachertorte è frutto di un colpo di genio e di un marketing lungimirante. Il tiramisù, invece, è la dimostrazione che anche una ricetta giovane può entrare nell’immaginario collettivo e diventare patrimonio comune.

Un tour dolce da fare in casa

Se ti va di fare un “giro del mondo in cucina”, puoi provare a preparare i tre dolci in versione casalinga. Per iniziare, il baklava richiede un po’ più di manualità con la pasta filo, ma ripaga con la sua croccantezza stratificata. La Sacher, con il suo equilibrio di cioccolato e marmellata, è un esercizio di precisione che porta in tavola tutta l’eleganza viennese. Infine, il tiramisù è il più immediato, pronto in poco tempo e perfetto da condividere con amici e famiglia.

Insieme compongono un tris di dolci che attraversa secoli e confini: il Medio Oriente con i pistacchi e il miele, l’Austria con il cioccolato fondente, l’Italia con il caffè e il mascarpone. Un viaggio senza prendere aerei, solo con il cucchiaio.

In fondo, un dolce non è mai solo zucchero e farina. È memoria, viaggio, festa. E se c’è una lezione che baklava, Sacher e tiramisù ci insegnano, è che la cucina non conosce confini: basta un boccone per sentirsi parte di un mondo intero.

 

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