6 persone su 10 soffrono la fame a causa di conflitti

JOSE’ GRAZIANO DA SILVA, DIRETTORE GENERALE DELLA FAO, APRE LA CONFERENZA A ROMA CON MUHAMMAD YUNUS, PREMIO NOBEL PER LA PACE NEL 2006.

Roma, 21 maggio

– “Il nesso tra fame e conflitti è al cuore delle nostre preoccupazioni; non c’e’ pace senza sicurezza alimentare e non c’è sicurezza alimentare senza pace”: così dice oggi Jose’ Graziano da Silva, direttore generale della Fao, ospite a Roma di una conferenza con il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus.
“La nostra organizzazione nacque nel 1945, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, dalla necessità della pace” ha sottolineato Da Silva. “Ancora oggi l’associazione tra conflitti e fame è molto intensa: oltre il 60 per cento di chi soffre la fame vive in aree colpite dalla guerra”.
Secondo il direttore generale della Fao, “negli ultimi anni i conflitti per le risorse naturali si sono aggravati, come confermano gli scontri e le violenze tra allevatori e agricoltori nella regione del Sahel”.
A fronte di questa dinamica, ha aggiunto Da Silva, “la Fao sta cercando di monitorare Paesi specifici attraverso una ‘Global Network’ contro l’insicurezza alimentare, incaricata di coordinare le azioni per affrontare e prevenire crisi umanitarie”.

Intitolata “Ricostruire la speranza”, la conferenza è in corso nella sede della Fao. Al centro dei lavori l’esperienza dell’alleanza nata nel 2016 tra l’Organizzazione dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione e i premi Nobel per la Pace.

YUNUS, ECONOMISTA PREMIO NOBEL INTERVIENE: “IL SISTEMA È UNA BOMBA A OROLOGERIA”

– “Il sistema è disegnato in modo tale che più hai più ottieni, mentre se non hai niente non ottieni niente; il problema è che domani e dopodomani andrà peggio. È una bomba a orologeria: se non la disinneschi esploderà”. Cosi’ oggi Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006, nel corso della conferenza alla Fao.
Secondo Yunus, economista, originario del Bangladesh, noto per la teoria e la pratica dei microcrediti con finalità sociali, “la radice dei problemi è dentro il modo in cui pensiamo e lavoriamo”.
La sua è stata un’analisi delle dinamiche internazionali. “La ricchezza nel mondo è concentrata in poche mani e il numero di chi ne beneficia si riduce sempre di più ” ha denunciato Yunus. “Abbiamo creato una macchina che si prende tutta la ricchezza e la distribuisce solo in alto, con il 99 per cento delle persone che dispongono appena dell’un per cento della ricchezza”. Il premio Nobel, animatore di un’alleanza con la Fao sottoscritta nel 2016, ha poi parlato di “bomba a orologeria”